sabato 28 aprile 2012

SMARCAMENTI IN CAMPO - Report puntata del 22/04/2012

PASCAL BOLO – ASSESSORE BILANCIO COMUNE DI NANTESOggi l’ostacolo è finanziario: la moneta è poco accessibile e rallenta gli scambi economici invece di facilitarli.MICHELE BUONO FUORI CAMPOE se questo è un paradosso, a Nantes lo ribaltano. Via la moneta. Le imprese locali compenseranno debiti e crediti alla cassa municipale e il denaro non costa, perché non c’è!
L’occidente vive da anni una crisi paurosa. Sono in tanti ormai che da tempo cominciano a domandarsi se è possibile uscirne e soprattutto come. Senza denaro pubblico, uno stato sociale sempre più in affanno, fabbriche che chiudono, famiglie che ormai stentano ad arrivare a fine mese. Eppure un piccolo barlume di luce si intravede. Report ha attraversato l’Italia, l’Europa, Gli Stati Uniti e il Sud America alla ricerca di segnali positivi e alla fine abbiamo scoperto che esistono altri modelli di economia e di finanza: imprese che hanno scelto di mettere la persona al centro del proprio processo economico; banche che non fanno speculazione, o il mercato della finanza, ma più semplicemente finanza per il mercato. L’inchiesta termina in Argentina con il paradigma positivo di una società i cui rapporti sociali e le relazioni esprimono un modello di socializzazione dell’economia: l’esperienza delle imprese recuperate. Insomma, il modello di società in cui viviamo non è l’unico possibile, non esiste in natura ed è solo il frutto delle nostre decisioni

DI Michele Buono - Economia




Ecco il brogliaccio per punti della trasmissione:

MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Nei prossimi 60 minuti vi racconteremo un mondo che non esiste, però le persone 
sono vere e i fatti stanno accadendo realmente.
Stati Uniti. Qualche milione di cittadini ha cominciato a ritirare i propri risparmi dalle 
banche che fanno speculazione, per metterli nelle Credit Unions, le cooperative di 
credito.
CHARLES HENRY – OCCUPY BANK
In qualunque modo votiamo saranno sempre agevolate le grandi banche. Ormai sono 
le banche a governare il nostro Paese e anche il vostro! Ci siamo resi conto che con i 
mezzi formali democratici non è possibile fermare il loro monopolio. Quindi abbiamo 
fatto, spontaneamente e comprensibilmente, l’unica cosa che potevamo fare: togliergli 
il nostro denaro e trasferirlo altrove.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Fino a oggi sono stati trasferiti 46 miliardi di dollari.
Austria. Imprenditori, professionisti, semplici cittadini stanno fondando una banca. La 
chiameranno democratica. Niente speculazioni e rendite. Il cuore sarà: beni comuni, 
produzione e lavoro. Quello delle persone.
JUDITH POERINGER – DEMOKRATISCHE BANK
Credo che l'idea fondamentale della Banca democratica sia che il denaro è un mezzo. 
La sua importanza dovrebbe essere ridimensionata: non più una mucca sacra 
idolatrata per far moltiplicare il suo valore attraverso interessi e interessi composti.
VALERIE SEITZ – DEMOKRATISCHE BANK
Persino le patate non crescono da sole ma perché c'è il sole che splende. Non posso 
pensare che il denaro si moltiplichi senza che io faccia nulla.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E in Francia vanno oltre. Comune di Nantes.
PASCAL BOLO – ASSESSORE BILANCIO COMUNE DI NANTES
Oggi l’ostacolo è finanziario: la moneta è poco accessibile e rallenta gli scambi 
economici invece di facilitarli.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E se questo è un paradosso, a Nantes lo ribaltano. Via la moneta. 
Le imprese locali compenseranno debiti e crediti alla cassa municipale e il denaro non 
costa, perché non c’è!
JACQUES STERN – DIRETTORE GENERALE CREDITO MUNICIPALE NANTES
Il lato rivoluzionario del progetto è eliminare la speculazione e l’inflazione, i due avatar 
del ventesimo e ventunesimo secolo. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Capannori. Un comune vicino a Lucca. Sindaco e assessori insegnano ai cittadini a 
guardare il bilancio e a decidere sulle opere da finanziare.
CITTADINO CAPANNORII cittadini - fra i quali anch’io - che non hanno diretta rilevanza in partecipazioni o 
società pubbliche,  che appunto avrebbe valutato in base a quello che già aveva fatto 
il comune, quello che si poteva fare nel futuro e si poteva migliorare.
CITTADINO CAPANNORI
Il bene comune: un progetto che fosse finalizzato a tutti. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Per 500 imprenditori, lavoro e lavoratori sono beni comuni.
MICHELE BUONO
Questa non è una cooperativa. Perché lei ridistribuisce gli utili tra i lavoratori?
WOLFGANG HECKEL - IMPRENDITORE
Perché contribuiscono al successo dell'azienda quindi è giusto che partecipino anche 
agli utili.. 
MICHELE BUONO 
Lei quante volte di più guadagna rispetto a un suo operaio?
WOLFGANG HECKEL - IMPRENDITORE
Nel progetto dell’economia del bene comune, la forbice degli stipendi è tra 1 e 20 al 
massimo. Da noi abbiamo stabilito che il mio guadagno non possa superare più di tre 
volte quello di un operaio. 
BERNARD WINKLER – IMPRENDITORE EUROFORM – CAMPO TURES (BZ)
La cogestione democratica è trasparenza diciamo…
MICHELE BUONO 
Che significa?
BERNARD WINKLER – IMPRENDITORE EUROFORM – CAMPO TURES (BZ)
Li faccio vedere cosa è stato fatto, cosa facciamo adesso e dove vogliamo arrivare.  
MICHELE BUONO 
E li mette al corrente del bilancio pure. 
BERNARD WINKLER – IMPRENDITORE EUROFORM – CAMPO TURES (BZ)
Sì, anche il bilancio sì. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E questi imprenditori, tedeschi, austriaci, italiani sono un movimento. Progettano un 
altro modello e hanno invertito i poli. 
CHRISTIAN FELBER - SAGGISTA
E l’utile sarà quanto bene comune quell’impresa avrà prodotto. Più l’impresa sarà 
virtuosa, maggiori saranno i vantaggi sociali ed economici con cui verrà premiata.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E ci crede pure una banca che si è aggiunta al movimento. Monaco di Baviera.
MICHELE BUONO 
Che cosa ne pensano i suoi colleghi banchieri?HELMUT LIND – PRESIDENTE SPARDA BANK MONACO DI BAVIERA
Ridono di noi. Ma bisognerebbe chiedersi qual è l'utilità a lungo termine
e quella a breve? Il modo di operare nel capitalismo, e quindi quello delle banche negli 
ultimi anni, è lo stesso del contadino primitivo che distruggeva il suolo per ottenere 
delle rese a breve con cui però avrebbe dovuto vivere per un lungo periodo.
MILENA GABANELLI IN STUDIO
Più o meno lo sappiamo tutti che stiamo tentando di dare ancora un po’ di ossigeno ad 
un sistema moribondo, che non ha futuro, ma temendo che non esistano alternative 
non ci mettiamo nemmeno a cercarle. Il sentimento comune è: l’economia va per 
conto suo e le persone non contano granché.  Però se si esce dalle stanze della teoria, 
e si va un po’ in giro a vedere, si scopre che c’è gente che non sta tanto lì a parlare, 
ma fa: rimette la persona al centro e in sua funzione ricompone tutti i pezzi che 
stanno intorno. Dieci anni fa l’Argentina, al culmine di un processo che preferiva la 
finanza alla produzione dichiarava fallimento. Sta  dall’altra parte del mondo, affari 
loro. Mica tanto perché in Italia chi aveva investito in tangobond ha perso i suoi 
risparmi per sempre. Nel frattempo gli argentini, come ne sono venuti fuori? Poi in 
giro per l’ Italia, Europa e Stati Uniti vediamo chi e come sta provando a smarcarsi. 
Michele Buono
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Argentina, Buenos Aires  2001. Speculazione finanziaria, crisi, austerità. Le fabbriche 
chiudevano e ai cittadini dicevano di tirare la cinghia, ma finirono i buchi. Il presidente 
De la Rua si impaurì e scappò in elicottero. Si ricominciò in un altro modo. Imprese 
che per un modello economico erano cotte e fallite, non potevano funzionare, furono 
recuperate dai lavoratori e vivono ancora.
MARIO BARRIOS – PRESIDENTE COOP UST-BUENOS AIRES
Il capitalismo finanziario in epoca di crisi abbandona il mercato, noi in epoca di crisi 
moltiplichiamo il lavoro. Dicevano che l’impresa non era redditizia, ma per noi era in 
gioco il nostro unico capitale, il lavoro. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Loro non ci hanno voluto credere a una storia che si racconta più o meno da 2500 
anni. Da quando a Roma i plebei si ribellarono. Non volevano più servire i patrizi e fare 
la guerra per loro conto. Intervenne un senatore, Menenio Agrippa, si presentava 
bene, moderato e stimato da tutte e due le parti, e ai plebei in rivolta raccontò questa 
storia.
DAL FILM “CORIOLANO SENZA PATRIA”
-E’ una storia di tanto tempo fa… Il ventre fu accusato di essere un sacco ingordo che 
accumulava ogni cosa senza mai lavorare,  mentre tutte le altre membra ciascuna, 
secondo il suo potere, partecipava al comune bene del corpo.
- Giustissima. Quale fu la risposta del ventre?
-E’ vero, disse il ventre, che, io raccolgo il cibo che mi procurate, ma cosa sono io, 
sennò la vostra dispensa? Eh? Solo per me il sangue fluisce dal cuore al cervello, ai 
muscoli, ai nervi. Solo per me voi ricevete forza e vigore. E senza di me voi 
appassireste fino a morire.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Morale? Lo stomaco non è un pigro e non campa alle spalle delle braccia che lavorano. 
Se sta male lui, stanno male tutti quanti.DAL FILM “CORIOLANO SENZA PATRIA”
- Beh! Cosa ne dite? 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Eh già! “L’ordine naturale delle cose!”, pensarono i plebei. Si convinsero e lasciarono 
perdere la rivolta. E visto che funzionò ci provarono un po’ tutti, secolo dopo secolo, a 
raccontare la stessa storia.
Che non c’è alternativa e se sta male lo stomaco stanno male pure le braccia. E tutto 
sembra nell’ordine naturale delle cose, come le tempeste sui mercati finanziari, i 
terremoti nelle borse e il ritorno del cielo sereno. Solo che non è una storia della 
natura e di fulmini, ma di uomini e di chi è più forte. 
2011. Cominciamo dalla Deutsche Bnk che possedeva circa 8 miliardi di titoli del 
debito pubblico italiano. E che successe? 
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Deutsche bank si è liberata massicciamente di titoli italiani in maniera vistosa, altre 
banche più leggermente.
MICHELE BUONO
Provocando che cosa sui tassi?
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Ovviamente se uno si libera di titoli e li pone sul mercato, questi titoli si sviliscono.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
La conseguenza è che l’Italia e altri paesi attaccati allo stesso modo, per rimettere sul 
mercato quei titoli iniziano a pagare interessi più alti. Intanto quella stessa banca e 
molte altre ancora, possiedono dei prodotti derivati, i cds, credit default swaps,cioè 
assicurazioni sul rischio di default di quegli stessi titoli di stato che loro hanno 
contribuito a far perdere di valore.
ANDREA FUMAGALLI – DOCENTE ECONOMIA POLITICA UNIVERSITÀ- PAVIA
Più aumenta il rischio di default, più il valore di questi titoli derivati cresce e siccome 
questi titoli derivati sono fortemente concentrati in poche, pochissime mani, gli 
investitori istituzionali, come la Deutsche Bank o la Goldman Sachs che hanno grandi 
quantitativi di cds nei propri portafogli, vedono aumentare il valore di questi titoli, nel 
caso italiano è stato da 100 a maggio, a oltre 560, quindi 5 volte e mezzo di più, a 
novembre, e questo consente loro di ottenere delle plusvalenze enormi. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Mentre lo Stato deve pagare interessi più alti e il suo debito cresce. Quindi tagli alla 
spesa pubblica e ai servizi sociali. Segue pericolo recessione e i mercati chiedono liquidità. Pronta.  La Banca Centrale Europea offre quasi mille miliardi di euro alle banche 
all’1% e a chi lo prestano?
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Le banche non stanno prestando a sufficienza fiducia alle imprese e in funzione della 
fiducia, prestando proprio quattrini, denaro  …
MICHELE BUONO
E lo stanno investendo prevalentemente in che cosa?ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Tipicamente in sostituzione di titoli, sostituzione di proprie posizioni, ma anche in titoli 
ad esempio del debito sovrano. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Di cui si erano precedentemente liberate contribuendo a fare alzare l’interesse che 
adesso si portano a casa. E il gioco fa pure abbassare il nostro spread con i bund tedeschi.
TG VARI
-Giornata positiva per i titoli di stato…
- Adesso finalmente una buona notizia perché lo spread…
- scende ancora… è arrivato sotto…
- sembra un segnale di svolta il fatto che lo spread sia tornato sotto i 200 punti, poi 
risale… 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E messa così sembra che vada  bene, anche se l’affare lo fanno le banche e alle imprese arriva poco e niente.
MICHELE BUONO
Guarda caso, si immette liquidità nel mercato e quei titoli improvvisamente sembrano 
sicuri. E si ricompra. Cioè qual è il gioco? A che gioco si gioca?
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Un affare a molto basso rischio è avere una liquidità all’ un per cento e ricevere il cinque, sei per cento. E può proseguire un nuovo girone di speculazione finanziaria.
MICHELE BUONO
Adesso c’è liquidità e ritorna la voglia di rischio perché si fanno buoni affari. Se in tutto ciò che si compra in questo momento a livello mondiale, c’è anche carta straccia, 
cioè esplodono delle bolle poi alla fine. 
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Ma di fatto, la bolla è destinata prima o poi a scoppiare. 
MICHELE BUONO
La banca si trova in difficoltà a questo punto e chiede aiuto. Troppo grandi per fallire. 
Chi interviene?
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Gli Stati. 
MICHELE BUONO
Gli Stati. Cioè?
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
I cittadini. 
MICHELE BUONO
I cittadini che però non hanno goduto del grande affare fatto prima. 
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTEOvviamente no. 
MICHELE BUONO
Magari succede pure che si è in crisi e si richiede nuova liquidità. 
ALFONSO SCARANO – ANALISTA FINANZIARIO INDIPENDENTE
Sì, è un gioco che può diventare perverso. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Bruxelles, Consiglio Europeo 2 marzo 2012. I governi di 25 paesi firmano un patto, un 
patto fiscale. I bilanci degli Stati dovranno essere in pareggio. Vigilerà la Corte di giustizia. E per chi sfora? Sanzioni. In più l’indicazione di inserire il patto nelle costituzioni 
nazionali. 
ANDREA FUMAGALLI – DOCENTE ECONOMIA POLITICA UNIVERSITÀ- PAVIA
Ci sarà chi privato dirà “ma lo faccio io il servizio pubblico” e quindi un primo passo 
verso una futura privatizzazione di pezzi del sistema ex pubblico. L’intervento pubblico 
sarà impossibile, reso impossibile da questa norma costituzionale e a questo punto 
tutto verrà affidato ai privati. 
MARIO MONTI – PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Oggi l’Europa si avvia a definire quello che potremo chiamare un “economic compact”, 
un patto per le riforma economiche a beneficio dei cittadini europei. 
MICHELE BUONO
Ma chi pensa, elabora queste politiche, le mette in pratica, diciamo che, non credo che 
si sbagli semplicemente. 
ANDREA FUMAGALLI – DOCENTE ECONOMIA POLITICA UNIVERSITÀ- PAVIA
Penso che gli uomini di governo, come gli economisti, i consulenti, sono perfettamente 
coscienti di questo. E quindi il target, l’obiettivo è diverso. 
MICHELE BUONO
Dove si vuole andare a parare?
ANDREA FUMAGALLI – DOCENTE ECONOMIA POLITICA UNIVERSITÀ- PAVIA
Qua si tratta proprio dello smantellamento e dell’abolizione di qualsiasi funzione pubblica dello Stato nella regolazione economica. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Il Trattato non è ancora entrato in vigore, non tutti gli Stati sono d’accordo, l’inserimento in costituzione non è obbligatorio, ma l’Italia ha risposto compatta e veloce.
REPERTORIO CAMERA DEI DEPUTATI
Dichiaro aperta la votazione. Presenti 281, votanti 280, maggioranza 161, favorevoli 
235, contrari 11, astenuti 34. Il Senato approva.
MICHELE BUONO
E’ mai successo nella storia delle costituzioni un percorso di questo tipo?
FRANCO RUSSO – GIURISTA OSSERVATORIO EUROPA
Mai, era successo che attraverso un trattato internazionale si imponesse una modifica 
della costituzione, una modifica della costituzione così radicale. Ma il punto è questo: è che il trasferimento di sovranità, in questo caso del potere fiscale, cioè il cuore della 
sovranità degli Stati, viene trasmessa a organi che non sono eletti, a organi tecnici, e 
quindi a organi che non rispondono né al Parlamento Europeo, né ai parlamenti nazionali. Anzi, il Parlamento Europeo anche non avrà modo di controllare la gestione delle 
politiche che la Banca Centrale e la Commissione Europea e il Consiglio dei Ministri 
porteranno avanti. 
MICHELE BUONO
Conseguenze?
FRANCO RUSSO – GIURISTA OSSERVATORIO EUROPA
A chi rispondono? Questa è la vera domanda che bisogna sempre porsi. Il governo dovrebbe rispondere ai cittadini, ma siccome ormai loro si sono attribuiti questo potere 
fiscale, i governi rispondono semplicemente ai dettami dei mercati finanziari. 
MILENA GABANELLI STUDIO
L’Italia è il primo Paese che ha messo in Costituzione il pareggio di bilancio. Cosa vuol 
dire nella pratica? Che tu non potrai mai forzare la spesa per rivedere le tue politiche 
di investimento pubblico. E’ come se, una famiglia, con un reddito basso, ma decide di 
indebitarsi per far studiare i figli e una legge gli dice “tu non puoi affrontare questa 
spesa”.  Moltiplicato per milioni di famiglie cosa si viene a perdere? Perché alla fine i 
conti saranno anche a posto, ma è una gran brutta vita. E non è vero che sei virtuoso 
solo se non spendi, dipende da come spendi. E’ urgentissimo avviare delle politiche di 
riduzione del debito, ma metterlo in costituzione potrebbe creare le basi per lo 
smantellamento la funzione pubblica dello Stato e lasciare che ad occuparsene siano i 
privati. E il privato di fronte alla linea dell’autobus che va in periferia per far viaggiare 
10 persone, cosa fa la taglia perché non gli conviene. La politica quando non funziona, 
e non funziona quando si eleggono le persone sbagliate, diventa tecnica. Una parola 
che non abbiamo inventato noi ma è comparsa al mondo una 40ina di anni fa.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Sono gli anni ’70 e un gruppo di uomini potenti – americani, europei giapponesi – pronunciava questa parola: tecnocrazia. E’ la Commissione Trilaterale – Stati Uniti, Europa, Giappone - voluta da David Rockefeller nel 1973 per disegnare il futuro del mondo, 
o meglio per dargli una raddrizzata.
PATRICK WOOD – SAGGISTA-EDITOR THE AUGUST FORECAST
E’ la filosofia che ha guidato la Commissione trilaterale fin dal primo giorno, quella della tecnocrazia e che è a tutti gli effetti una filosofia politica.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
La Commissione Trilaterale ha la struttura di un parlamento globale ma i membri non 
sono eletti, sono invitati. Banchieri, politici, industriali, rappresentanti di multinazionali, accademici, giornalisti, editori non hanno mai smesso di riunirsi in seduta plenaria 
una volta l’anno. E già a metà degli anni ’70 , l’analisi della Commissione Trilaterale 
sulla crisi mondiale – salari alti e crescita non più ai ritmi del dopoguerra  - era “eccesso del sistema decisionale”. Troppa democrazia.  Soluzione? Più potere ai governi e 
meno ai parlamenti. Patrick Wood statunitense ha seguito i lavori della Trilaterale fin 
dall’origine.  Lo intervistiamo via skype. 
PATRICK WOOD – SAGGISTA-EDITOR THE AUGUST FORECASTSin dall’inizio il loro intento specifico fu quello di creare un nuovo ordine economico internazionale ed elaborarono due concetti per realizzare i loro piani: interdipendenza 
tra i soggetti e tecnocrazia, come mezzo per controllare la società.
MICHELE BUONO 
Più tecnocrazia e meno politica: era questo il piano?
PATRICK WOOD – SAGGISTA-EDITOR THE AUGUST FORECAST
Fu questo il piano fin dall’inizio. Tant’è che la Commissione trilaterale  riuscì a prendere il controllo dell’esecutivo americano dominandolo negli ultimi 30 anni.
MICHELE BUONO 
Che genere di mondo volevano disegnare e stanno disegnando?
PATRICK WOOD – SAGGISTA-EDITOR THE AUGUST FORECAST
Sono convinti che non ci sia più bisogno dello stato così come lo si è inteso per centinaia di anni e quindi agiscono per poter eliminare il concetto di sovranità nazionale e 
di autodeterminazione. In quei giorni nessuno aveva previsto che il sistema che stavano creando avrebbe portato il mondo è quello che è oggi: talmente connesso a livello 
finanziario che se una nazione singhiozza, l’intero pianeta cade in ginocchio. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
C’era una volta una legge bancaria, il Glass Steagall Act che dopo la crisi del ’29 regolamentava l’attività: da una parte le banche commerciali con attività tradizionali e garantite dallo Stato, dall’altra le banche d’affari con attività speculative. L’industria bancaria poi fece pressione per abolire questa distinzione. Troppi lacci e lacciuoli - si diceva – sarà solo il mercato a regolare tutto.
Tant’è che sotto l’amministrazione Clinton (ex membro della Commissione trilaterale – 
era il 1999 -) il Glass Steagal Act fu abolito. Rotti gli argini, le banche di tutto il mondo 
si sono messe a fare tutto: raccolta del risparmio, speculazione, costruzione e vendita 
di titoli di debito. 
PATRICK WOOD – SAGGISTA-EDITOR THE AUGUST FORECAST
Vorrei far notare che per la prima volta nella storia due membri della Commissione trilaterale sono diventati i primi ministri di due nazioni in Europa: la Grecia e l’Italia. 
MICHELE BUONO 
Qual è stato il ruolo del signor Mario Monti nella Commissione trilaterale?
PATRICK WOOD – SAGGISTA-EDITOR THE AUGUST FORECAST
Monti è stato il presidente europeo della Commissione trilaterale. Quindi la sua responsabilità era quella di portare avanti le operazioni europee. Ora io posso parlare di 
come gli uomini della trilaterale si comportano negli Stati Uniti una volta che si ritrovano ad occupare posizioni di potere: hanno la possibilità di eseguire qualsiasi strategia politica della trilaterale con o senza il consenso del popolo.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Non è un complotto perché la stessa storia potrebbe essere raccontata partendo da altre premesse. Diciamo che ognuno, anche da sponde diverse, ci ha messo un pezzo. 
Interessi, buona fede, incapacità, errori, si sono intrecciati e hanno disegnato un modello.MICHAEL HUDSON – PRESIDENTE ISTITUTO STUDI TENDENZE ECONOMICHE 
LUNGO PERIODO 
Se si traccia una mappa del Giappone e Fukushima viene inondata, non diciamo che la 
mappa è stata allagata ma che è il Giappone a essere stato sconvolto. Il modello è 
solo una falsa mappa per poter convincere le persone a seguire un sentiero suicida facendo credere alle famiglie e alle industrie che sarebbero diventate più ricche solo se 
avessero contratto debiti senza lavorare e produrre. Il problema è che è stata seguita 
una falsa mappa che descriveva la realtà. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Seguendo una mappa diversa vediamo come cambia la realtà.
FRANZ BAUMANN - IMPRENDITORE
Io non andrei mai in borsa. Perché quando si entra in borsa l’impresa finisce in mani 
anonime e devi mettere in conto che starai in qualche hedge fund o in balia di persone 
che fanno di tutto col denaro e non rispettano le imprese. Fanno quello che vogliono. E 
azioni irresponsabili o un fondo a rischio, possono provocare vittime: le persone che 
lavorano. 
MICHELE BUONO – FUORI CAMPO
Franz Baumann è un imprenditore. Fabbrica vetrate molto sofisticate: proteggono dalla luce, dal calore, dal freddo e producono anche energia. La sua azienda esiste da 
125 anni e le dimensioni sono rimaste identiche. E’ cresciuta solo la qualità della tecnologia e del benessere dei lavoratori che calcola nel bilancio chiamato del bene comune.  Lo fanno degli imprenditori e sono un movimento. Hanno spostato gli obiettivi 
dell’economia di mercato: da ricerca del profitto e concorrenza, a bene comune  e 
cooperazione. 
PRIMO DIPENDENTE 
É vero! Per esempio una buona parte dei profitti dell’azienda viene ridistribuita fra noi 
lavoratori.
MICHELE BUONO 
Quanto guadagna?
PRIMO DIPENDENTE 
Circa 1500 euro netti.
MICHELE BUONO 
Per quante mensilità?
PRIMO DIPENDENTE 
14.
MICHELE BUONO 
C’è qualcosa in più in busta paga questo mese?
DIPENDENTE SIG. GEISBERGER 37
Mille euro.
MICHELE BUONO 
Qual è il suo lavoro?RAGAZZA 
Sono apprendista in amministrazione.
MICHELE BUONO 
Come ha scelto questa azienda?
RAGAZZA 
Molti del mio paese lavorano qui e allora ho pensato di venirci anch’io.
MICHELE BUONO 
E lei?
APPRENDISTA
Io faccio un doppio apprendistato come tecnico in costruzioni metalliche e del vetro.
MICHELE BUONO 
Pensa di essere assunto?
APPRENDISTA
Credo che resterò in azienda. 
MICHELE BUONO 
Che tipo di contratto ha lei?
DIPENDENTE
Ho un normalissimo contratto a tempo indeterminato.
MICHELE BUONO 
Da quanto lavora qui?
DIPENDENTE
Dal 2003.
MICHELE BUONO 
Ci sono stati licenziamenti?
DIPENDENTE
No, personalmente non ho mai visto licenziamenti.
MICHELE BUONO 
E con gli apprendisti che succede?
DIPENDENTE
La quasi totalità degli apprendisti dopo il periodo di prova viene assunta regolarmente.
FRANZ BAUMANN - IMPRENDITORE
Nel bilancio del bene comune abbiamo stabilito una differenza di uno a cinque tra il 
minimo e il massimo degli stipendi. Quindi l’apprendista guadagna un quinto di quello 
che guadagno io.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Il bilancio del bene comune prevede di indicare progetti per il futuro dell’impresa. C’è 
già un piano?FRANZ BAUMANN - IMPRENDITORE
I dipendenti stanno per diventare con me e dopo di me proprietari dell’azienda,  con 
partecipazioni fino al 49 per cento. Mentre il 51 apparterrà a una fondazione, per 
garantire il più a lungo possibile la continuità dell’azienda.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E un’idea così vale tanti punti nel bilancio del bene comune. Assumi un rifugiato 
politico? Aggiungi punti al bilancio; l’ambiente di lavoro è confortevole, altri punti; la 
tua attività non si azzarda a inquinare? Vale tantissimi punti. E questi imprenditori, 
che sono un movimento, pensano che in un mondo, che oggi ancora non esiste, questi 
punti gli porteranno dei vantaggi.
GUNTHER REIFER – TERRA INSTITUTE-BRESSANONE (BZ)
Avendo più punti io come azienda do di più alla popolazione in generale, do di più al 
bene comune …no e in futuro dovrei avere anche possibilmente qualche vantaggio sia 
dal punto di vista della clientela che dice: “guarda, io guardo anche a questo fattore 
quando compro, guardo ma quanti punti ha questa azienda? Oppure io come azienda 
ma compro più da un’azienda, diciamo, che non se ne frega niente di tutto quello che 
succede al mondo o guardo anche se questa azienda è attenta al bene comune, e in 
pratica, diciamo, anche la provincia… anche la politica potrebbe dire guarda per questo 
bilancio è per me domani anche un criterio per dare agevolazioni, per dare lavoro dal 
punto di vista pubblico, ehm, anche le tasse anche forse un domani vedono questo 
modello e dicono guarda: “ Guarda io faccio anche l’IVA per dire quelli che hanno un 
certo numero pagano di meno”.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Un incentivo a comportarsi bene. Perché la società riceve dei vantaggi e risparmia, 
quindi ti premia. 
Christian Felber, sociologo ed economista di Salisburgo, questo genere di mondo lo 
aveva solo scritto nei suoi libri. Poi, non lo aveva proprio messo in conto, lo 
raggiunsero man mano tanti imprenditori, e mica solo dall’Austria, per dirgli 
semplicemente “e allora facciamolo questo mondo”! 
MICHELE BUONO
Che cercano queste persone?
CHRISTIAN FELBER - SAGGISTA
Senso. E Il bilancio del bene comune produce senso, rappresenta la vita, la 
complessità della realtà, perché riguarda tutti: il lavoro, la natura, le generazioni 
future. E prende in considerazione anche coloro che hanno fondato l'impresa. 
La maggior parte degli imprenditori mi dice: “Vorrei dare un contributo sensato, vorrei 
fare prodotti sensati, prestare servizi sensati. Questo rappresenta un grande 
cambiamento.” 
MICHELE BUONO
Quanti imprenditori hanno aderito in Europa?
CHRISTIAN FELBER - SAGGISTA
Ci sono più di 500 imprese da 13 stati. Questi numeri potrebbero sembrare scarsi ma 
tenendo conto che tutto è cominciato un anno e mezzo fa, è un numero che fa stupire.
MICHELE BUONO FUORI CAMPOGermania. Strade della Baviera. Kaufbeuren. Qui si costruiscono macchinari per 
l’industria.
WOLFGANG HECKEL - IMPRENDITORE
Abbiamo coinvolto totalmente i dipendenti nell'impresa in modo tale che con la loro 
esperienza possano partecipare attivamente alla conduzione e decidere anche su come 
impiegare i profitti.
MICHELE BUONO
E’ vero? Stanno proprio così le cose?
OPERAIO
Sì  certo! Qui tutto ciò che riguarda l'organizzazione viene discusso e pianificato 
insieme. Ci riuniamo ogni quattro settimane per esaminare la situazione dell'azienda, 
dei progetti in corso e prendiamo delle decisioni.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Italia. Bolzano. Qui si fabbricano stampi per l’industria.
MAURO BOSCOLO OPERAIO SPECIALIZZATO
Abbiamo un fondo dove una parte dei soldi del guadagno viene messo dentro viene 
redistribuito in premio ogni tre mesi in premio di produttività, diciamo, e la 
produttività la facciamo non facendo chissà quante ore di straordinario diciamo 
ammazzandoci di lavoro ma cercando di far andare le macchine nella notte con il 
robot. L’orario è alle sette e mezza e io arrivo alle otto e mezza senza nessun 
problema, nessuno mi dice niente, questo  perché cho i bambini, c’ ho il problema dei 
bambini da portare a scuola… qualchedun altro ha qualche problema diverso per 
questo siamo molto flessibili.
JOHANNES ENGL - IMPRENDITORE
Io non ho licenziato mai nessuno, addirittura il nostro personale la permanenza media 
nella nostra azienda è circa 22 anni. È una ricchezza diversa forse solo di quello che 
guarda solo i numeri però è una ricchezza umana e anche di conoscenze come si può 
migliorare l’impatto nell’ azienda nella società che ci ospita. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E quando arrivi a pensare che sei ospite della società vuol dire che sei in relazione e 
allora non la distruggi e non l’abbandoni. Sud Tirolo. Qui si fabbricano arredamenti 
urbani e coperture.
JOSEF STEGER – DIRETTORE EUROFORM – CAMPO TURES (BZ)
Non fa senso secondo me avere qua il cosiddetto head office e facciamo produrre in 
Cina, noi vogliamo tenere i posti di lavoro qua in zona perché l’impresa è nata qua e c’ 
ha le sue radici qua, in valle.
BERNARD WINKLER – IMPRENDITORE EUROFORM – CAMPO TURES (BZ)
Ci guadagnano di più, c’è un margine più grosso però alla fine vedendo, guardando in 
avanti diciamo a medio lungo termine dobbiamo agire dando alla prossima 
generazione il massimo possibile. 
MICHELE BUONO  FUORI CAMPO
Cercavano senso e una visione anche dei banchieri di Monaco di Baviera.HELMUT LIND – PRESIDENTE SPARDA BANK MONACO DI BAVIERA
Speculavamo un po’ su tutto: titoli, divise, materie prime.  Come banchiere pensavo 
che fosse giusto ottimizzare al massimo i profitti.  
Ma un certo momento ci siamo chiesti: “ è davvero questa la via migliore?” E abbiamo 
messo sul banco di prova gli affari che abbiamo fatto per anni. Abbiamo smesso. 
MICHELE BUONO
Che cosa vi ha fatto cambiare idea?
HELMUT LIND – PRESIDENTE SPARDA BANK MONACO DI BAVIERA
Il fatto che stavamo contribuendo anche noi a creare un sistema staccato 
completamente dalla società. E allora siamo ritornati a fare il mestiere della banca: 
raccogliere e distribuire denaro nel territorio e creare ricchezza. Semplice. Tutto il 
resto alle persone non serve.
MICHELE BUONO
Ci si può guadagnare bene lo stesso facendo la banca normale?
HELMUT LIND – PRESIDENTE SPARDA BANK MONACO DI BAVIERA
Se non ci si guadagnasse per niente noi non esisteremmo. Non abbiamo più dividendi 
del 10, 11 o 12 per cento, ma del 5 per cento e viviamo tutti bene.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO 
E così imprenditori e semplici cittadini hanno deciso di spingersi oltre e fondarla loro 
una banca: la Banca democratica. Per cambiare le regole di accesso al credito.
CHRISTAN FELBER - SAGGISTA
I clienti saranno liberi di accettare o meno gli interessi sui depositi.
Se rinunceranno – gli si spiegherà - contribuiranno a finanziare progetti sostenibili di 
tipo sociale ed ecologico a costi accettabili. 
Per le imprese che chiederanno un credito, funzionerà in questo modo: più sarà 
elevato il punteggio del loro bilancio del bene comune, più saranno favorevoli le 
condizioni del credito che potrebbe arrivare addirittura a zero interessi.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO 
Perché i tassi di interesse fanno crescere i prezzi – stanno ragionando in questa 
riunione – e gli interessi finiscono nei consumi che paghiamo tutti. In un modello 
opposto si arriverebbe invece a un’economia stabile, senza inflazione.
CHRISTAN FELBER - SAGGISTA
Gran parte della ricchezza di un'impresa o di una società intera e quindi dell'economia 
nazionale, serve al pagamento degli interessi sul capitale. E più è grande la parte 
destinata al pagamento degli interessi, più diminuisce la quota per i salari. E questo è 
il danno maggiore per gran parte della popolazione.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Se la moneta diventa riserva di valore comincia a fare un altro mestiere: produce 
denaro con denaro e fa speculazione. E magari succede che le banche non lo danno 
alle imprese. Comune di Nantes.
PASCAL BOLO – ASSESSORE BILANCIO COMUNE DI NANTES
Le nostre imprese hanno problemi di liquidità e di accesso al credito. Ancora nel 2008, 
durante la prima grande crisi finanziaria, riuscivano a resistere grazie alle riserve finanziarie. Ma dopo, il paradosso è stato che le imprese pur avendo degli ordini non 
riuscivano a metterli in produzione, non potevano pagare i fornitori perché le banche 
non gli facevano credito. Questa crisi di liquidità adesso tocca tutta la collettività. Per 
questo abbiamo deciso di agire. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
A Nantes vogliono eliminare la moneta negli scambi tra le imprese locali. Ci stanno 
lavorando l’amministrazione della città, la sua banca pubblica e un professore della 
Bocconi di Milano. Solo un’unità di conto presso il Credito Municipale che compensa 
debiti e crediti. 
MASSIMO AMATO – DOCENTE STORIA ECONOMICA UNIV. BOCCONI
Allora: immaginiamo 3 imprese, aderiscono al circuito, aprono un conto corrente 
presso il Credito Municipale. In questo conto corrente non depositano nulla, ma queste 
imprese hanno dei rapporti economici tra di loro, in particolare possiamo immaginare 
che l’impresa qui in basso, a fronte dell’acquisto di una merce che ha il valore di 100 
euro ci sarà un addebitamento di 100 unità di conto sul conto corrente dell’impresa. 
Qual è però il vantaggio? Questo credito di 100, l’impresa lo può utilizzare 
immediatamente per procurarsi a sua volta da un suo fornitore merci per l’ammontare 
di 100. Se questa impresa che si è accreditata avesse per caso bisogno di rifornirsi 
presso l’impresa che per prima si è indebitata, ecco, anche essa tornerebbe a zero, e 
acquistando dall’impresa in basso, consentirebbe all’impresa in basso di pagare il suo 
debito. Quindi il debito dell’impresa in basso, che sia acceso con l’impresa in alto a 
sinistra, è pagato grazie a una fornitura impresa in alto a destra.
Lo moltiplichi per 1000, 2000, 3000 imprese. 
MICHELE BUONO
Non si vende denaro, non si produce inflazione, si sostiene l’economia locale?
MASSIMO AMATO – DOCENTE STORIA ECONOMICA UNIV. BOCCONI
Tutti i sistemi di filiera corta potrebbero largamente avvantaggiarsene di una moneta 
di questo tipo.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Non ci sarebbe più il problema della restrizione del credito e gli imprenditori non 
devono più comprare denaro dalle banche.
JACQUES STERN - DIRETTORE GENERALE CREDITO MUNICIPALE NANTES
Gli scambi sono praticamente istantanei, per via informatica. Le imprese pagheranno 
solo le spese di commissione che saranno al massimo dell’1%. Se si calcola che il 
costo del denaro può arrivare oggi fino al 7% per un’impresa, c’è una differenza 
importante. Il costo del denaro si divide per 4 e questo potrà generare più attività e 
più lavoro.
MICHELE BUONO
Lei è banchiere e non vuole vendere il denaro?
JACQUES STERN - DIRETTORE GENERALE CREDITO MUNICIPALE NANTES
Siamo una società pubblica di credito, la nostra missione è sociale e solidale. 
MICHELE BUONO
E dove sta il vostro guadagno?JACQUES STERN - DIRETTORE GENERALE CREDITO MUNICIPALE NANTES
Siamo al servizio della collettività e la collettività ci guadagna. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E il vostro obiettivo come amministrazione della città?
PASCAL BOLO – ASSESSORE BILANCIO COMUNE DI NANTES
Proponiamo un nuovo patto sociale: la cooperazione tra i soggetti del territorio e l’idea 
che l’economia deve essere al servizio degli uomini e non deve servire unicamente, 
come oggi, tassi di interesse, profitti finanziari  e le rendite di persone che non 
producono niente. Bisogna riabilitare le imprese di produzione di beni e di servizi. Non 
so se questa sia una idea nuova, ma in ogni caso bisogna ritrovarla.
MILENA GABANELLI STUDIO 
Ci sembra una cosa da via di testa, ma tenere in considerazione le esigenze dei 
cittadini e dell’ambiente, dovrebbe essere la normalità! Ed è quella che ha portato lo 
sviluppo vero. All’inizio degli anni ‘50 l’Europa  con le pezze al sedere e un gran 
bisogno di crescere e dare occupazione, ha usato la moneta non per guadagnarci 
sopra. L’accordo si chiamava Unione Europea dei Pagamenti ed era gestito dalla Banca 
per i Regolamenti Internazionali. Il sistema era quello di compensare debiti e crediti 
fra stati. Ed è quello che in piccolo succede a Nantes e si chiama Unità di Conto. La 
proposta è quella di eliminare il mercato della finanza, che abbiamo visto essere 
all’origine della crisi, per farla ritornare quello che era: una finanza per il mercato. 
Segnali in questa direzione li troviamo anche in Italia. Dopo la pubblicità.
MILENA GABANELLI STUDIO 
Allora: partendo dal presupposto che il benessere lo conquisti lavorando e non 
speculando sul mezzo che deve dare lavoro, abbiamo visto che in Francia a Nantes 
stanno rivedendo il rapporto tra banca e sistema  creditizio. Il ragionamento è: se la 
collettività produce, la banca ci guadagna, ma invece di tenersi tutto, si tiene quel 
tanto che basta per star bene uguale. Bene. Dalla Francia, ci spostiamo in Italia, in un 
comune, per vedere come è amministrato, come l’amministrazione fa gli interessi di 
quelli che lì abitano e non gli affari del sindaco, vicesindaco e assessore. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Campagna di Lucca. Questa è Capannori. 46.000 abitanti e un’amministrazione che ha 
i conti in ordine.
GIORGIO DEL GHINGARO – SINDACO CAPANNORI - LUCCA
Se le entrate sono superiori alle uscite si accantonano delle somme. Queste somme 
che noi abbiamo in tesoreria, sono somme accantonate nel tempo che ci dovrebbero 
permettere di fare nuovi investimenti, dai 7 ai 9 milioni di euro che abbiamo in 
tesoreria comunale. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Certo non è una cosa di tutti i giorni che il Comune ti telefoni a casa e te lo dica.
CITTADINO CAPANNORI
Dicevano: “Ma che ci state prendendo in giro?” É stato quasi preso, come: 
“accipicchia, ma che stanno dicendo?” 
GIORGIO DEL GHINGARO – SINDACO CAPANNORI - LUCCA
Abbiamo detto ai nostri cittadini, diteci dove volete investire circa il 10% del nostro, diciamo così, utilizzo di risorse sulle opere pubbliche e così abbiamo fatto. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E’ stato scelto un campione molto ampio di cittadini e sono cominciati i lavori. La 
missione era decidere quali opere finanziare. Il primo passo, prima di deliberare, è 
stato mettere le persone nelle condizioni di saper  leggere un bilancio e di capire 
l’amministrazione di un comune. 
LARA PIZZA – ASSESSORE BILANCIO CAPANNORI - LUCCA
É una sfida. É una sfida che chiama direttamene in campo le persone su quella che è 
una questione solitamente considerata ostica, oscura: il bilancio di un Comune di 
solito è qualcosa di indecifrabile, di complicato e invece lo abbiamo voluto rendere 
palese, evidente e farlo partecipare dai più. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
I cittadini hanno cominciato così a toccare con mano progetti e costi stimati delle 
opere, a giudicarle e ad avanzare proprie proposte. Ma come è possibile che a un 
comune avanzino dei soldi se si tiene conto che a Capannori si spende molto per il 
welfare?
GIORGIO DEL GHINGARO – SINDACO CAPANNORI - LUCCA
Direi che rappresenta circa il 50% delle nostre spese correnti, noi a Capannori non 
vogliamo lasciare indietro nessuno ed è rafforzando la spesa sociale che otteniamo 
questo.
LARA PIZZA – ASSESSORE BILANCIO CAPANNORI - LUCCA
Perché se io riesco a trasformare un territorio in un territorio sicuro, in un territorio 
che vive insieme la propria coesione, la propria socialità, riesco anche a risparmiare in 
termini economici, perché avrò bisogno di attivare minor servizi di tipo assistenziale, 
proprio perché riesco a prevenire il bisogno. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Del resto il comune è in attivo e gli avanzano pure dei soldi. Questo è un centro del 
riuso. Vestiti, mobili, televisori che le persone non usano più si portano in questo 
spazio. Invece della discarica che costa, un’associazione di cittadini organizza lo 
scambio e chi può paga qualcosa, sennò si regala.
GIORGIO DEL GHINGARO – SINDACO CAPANNORI - LUCCA
Là dentro vengono portati materiali ingombranti che una cooperativa sociale 
ristrutturerà. Quella merce che veniva buttata via e ci costava dei soldi a smaltirla, in 
realtà viene reinserita nel mercato. Ovviamente ristrutturata. Quei beni che sono 
reinseriti nel mercato e quindi non costano più ma costituiscono una risorsa o vengono 
venduti oppure vengono concessi gratuitamente alle fasce più deboli della popolazione 
che hanno bisogno magari di arredare casa  e che non hanno la possibilità di farlo e 
anche questo è un risparmio grosso per il Comune perché noi riusciamo ad aiutare le 
fasce più deboli della popolazione senza interventi caritatevoli, cioè senza intervento 
diretto di soldi per comprare magari una cucina. Questo è livello, questo è il circuito 
che noi vogliamo creare. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E allora si creano altri posti di lavoro. Una cooperativa – per esempio – che organizza 
la prima assistenza a persone che si trovano senza alloggio. SILVIA BARSI – COOPERATIVA ODISSEA
Viene segnalata la presenza di una mamma con dei bimbi, la prima cosa che facciamo 
è l’accogliamo, verifichiamo le condizioni di salute attraverso delle analisi, gli diamo 
una casa.
MICHELE BUONO
Perché non ce l’ha la casa?
SILVIA BARSI – COOPERATIVA ODISSEA
Perché la casa in quel momenti lì non ce l’ha: o è  stata sfrattata o per varie 
motivazioni.
COOPERATIVA ODISSEA
La scelta che abbiamo fatto fin dal principio è stata di arredarla con tutta merce di 
recupero. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Il Comune non consuma territorio. Non si espande e  non cede terreno per nuove 
costruzioni, come si usa per fare cassa.
VALENTINA CHIOCCA - ARCHITETTO
Il grosso del lavoro deve essere fatto sull’esistente e ce n’è tanto da fare e il Comune 
di Capannori già con il regolamento edilizio ha inserito incentivi molto forti per 
riqualificare gli edifici esistenti, per utilizzare anche tecniche di risparmio energetico o 
ecocompatibili. Se la loro politica andrà avanti in questo senso non si può affatto dire 
che verrà a mancare lavoro per limitare l’uso di suolo nuovo. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
A Capannori dicono che i rifiuti sono un bene comune e riciclano più dell’80%.
ALESSIO CIACCI – ASSESSORE AMBIENTE CAPANNORI - LUCCA
Questo ci permetterà di vendere meglio il nostro materiale, di valorizzarlo sia nel 
riciclo sia economicamente nella vendita e quindi di poter avere maggiori introiti per 
l’azienda che gestisce rifiuti Ascit, che è un’azienda interamente pubblica.
MICHELE BUONO
Quante persone di lavorano ?
ALESSIO CIACCI – ASSESSORE AMBIENTE CAPANNORI - LUCCA
In Ascit lavorano oggi 120 persone e 50 di queste sono state assunte grazie ai minor 
oneri che ogni giorni mandiamo in discarica. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Risultato? Il bilancio del Comune è in attivo e i cittadini possono decidere come 
destinare una parte di quei soldi. Le proposte sono numerose. Si vota. I cittadini 
hanno scelto di dare i propri soldi alla scuola pubblica.
CITTADINO CAPANNORI
Il progetto che teneva in luce il bene comune, un progetto che fosse finalizzato a tutti.
CITTADINO CAPANNORI
Ci si sente più partecipi, ci si sente di far parte veramente di un qualcosa che se fatto 
bene può veramente cambiare la situazione generale e anche come vive la gente. LUCA MENESINI VICE SINDACO CAPANNORI - LUCCA
E questo credo che sia il prodotto più importante, che valorizza un’ economia sociale, 
che valorizza un’economia locale, che valorizza le reti, che valorizza le persone. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Come a Wildpoldsried in Baviera. L’amministrazione  si chiese come si fa a ridurre il 
debito pubblico. Tagliando? No. Investendo. In progetti dove tutti ci  guadagnano. 
IGNAZ EINSIEDLER - CONTADINO
Produciamo elettricità e la mettiamo in rete. E contemporaneamente produciamo 
calore. Sono agricoltore, ma ho anche un impianto eolico e uno a biomassa.
Qui c’ è il motore e questo è il generatore che sta producendo al momento 48 KW. 
Oggi ha già prodotto 3000 KW!
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Le rinnovabili sono ormai diffuse dappertutto. Il passo in più qui è come gestirle. Sole 
e vento sono fonti discontinue: vanno e vengono. Per gestirle ci vuole una rete 
intelligente. E per fare un esperimento ci vuole una comunità dove ognuno non pensi 
solo per sé.
MICHAEL FIDELDEY - AUWKEMPTEN
A Wildpoldsried c’è sempre stata una comunità molto attenta al tema energetico. 
Producono 2,2 volte più energia di quella che consumano. Per questo è diventata una 
zona ideale per fare delle ricerche. Wildpoldsried  rappresenta quello che sarà la 
Germania nel 2020 rispetto agli obiettivi di risparmio energetico e produzione.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E la novità di questo esperimento è che le auto elettriche diventano parte integrante 
del sistema.
MICHAEL FIDELDEY - AUWKEMPTEN
L’apporto e la densità delle auto elettriche di questa zona rappresenta, in scala, lo 
scenario tedesco del 2020 con un milione di auto elettriche. Quindi abbiamo una 
miscela di produzione decentralizzata, mobilità elettrica e vendita di energia che 
corrisponde al sistema energetico futuro della Germania. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Il sistema funziona così. 
EDUARD GUTSCHMIDT - AUWKEMPTEN
Qui siamo in una casa privata con un impianto fotovoltaico sul tetto che immette 
energia nella rete; con questo apparecchio misuriamo la tensione, l'intensità di 
corrente nella casa. E questo modem  invia i dati alla centrale. 
MICHAEL FIDELDEY - AUWKEMPTEN
Il “personal energy agent” gestisce la produzione e l'uso di energia di un'unità. Le 
unità che producono e consumano sono tante. Per questo ci vuole un “balance 
manager”, qui nel mezzo, che aggreghi l'energia prodotta e faccia in modo che il 
sistema rimanga in equilibrio.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Significa che nel sistema tanta energia si produce, tanta se ne deve consumare. Sennò non funziona. E qui entrano in gioco nella rete le auto elettriche. 
EDUARD GUTSCHMIDT - AUWKEMPTEN
Se nella rete c’è poca energia le batterie delle macchine la riforniscono. Quando 
l’energia è in eccesso solo allora si caricano le automobili. 
CONTADINA 
Ora è carica.
MICHAEL FIDELDEY - AUWKEMPTEN
La federazione delle centrali elettriche bavaresi, ha calcolato che la svolta energetica 
costerà tra i 250 e i 300 miliardi di euro di investimenti in Germania per i prossimi 
dieci anni. Costa, ma bisogna pensare alle nuove opportunità: come l’indipendenza 
dal petrolio e ai vantaggi della riduzione delle emissioni di anidride carbonica! 
Calcoliamo anche i nuovi modelli di business e le nuove attività che si svilupperanno. 
Mi auguro che altri paesi ci seguiranno. 
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
A Kempten, la città vicina, l’università tecnica già prepara i giovani a lavorare sulle reti 
elettriche intelligenti. E se le batterie sono la chiave di volta del sistema, qui si fanno 
esperimenti per aumentarne l’efficienza.
CONTADINA 
E’ un impianto da 120 kw! Non appena avremo finito  di pagarlo, per noi sarà solo 
guadagno!
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E tutto va in equilibrio: le casse del Comune, le famiglie, l’ambiente. 
Strade del Minnesota, questa è St. Paul vicino a Minneapolis. Otto Bremer emigrò dalla 
Germania negli Stati Uniti alla fine dell’800. Era un banchiere e la pensava così: dalla 
società prendi e alla società devi restituire. Prima di morire creò una fondazione in 
modo che la banca Bremer continuasse a pensarla allo stesso modo.
PAT DONOVAN – DIR. GENERALE BREMER BANK
I nostri finanziamenti sono costituiti dal denaro dei clienti. Concediamo prestiti e poi, il 
92% dei dividendi va alla fondazione Otto Bremer che li ridistribuisce totalmente per 
attività sociali utili alla comunità.
Come banca, ridistribuiamo nelle comunità dai 3 ai 4 milioni di dollari ogni anno. 
CHARLOTTE JOHNSON - PRES. OTTO BREMER FOUNDATION
Noi finanziamo attentamente le imprese in modo che i loro affari crescano.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
I clienti della Bremer sono sul territorio. Come la Central Container, per esempio. 
Imballaggi di cartone per tutte le esigenze.
JIM HAGLUND - CENTRAL CONTAINER CORPORATION
Perché non dovresti andare in una banca come la Bremer dove il 92% dei profitti 
viene ridistribuito nelle comunità! Io personalmente mi domando sempre che cosa 
faccio per la comunità e per l’azienda per migliorare la situazione.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Per la sua azienda Jim Haglund dice di rinvestire gran parte dei profitti nella produzione.
TOM GOLAN - CENTRAL CONTAINER EMPLOYEE 
Mi chiamo Tom Golan, e gestisco i turni di notte qui alla Central Container Corporation.
MICHELE BUONO
Da quanto tempo lavora qui?
TOM GOLAN - CENTRAL CONTAINER EMPLOYEE 
Da 36 anni, l’ho vista crescere dall’inizio e guarda dove è arrivata ora.
MICHELE BUONO
Da quando lavora qui ci sono stati licenziamenti?
TOM GOLAN - CENTRAL CONTAINER EMPLOYEE 
Mai, siamo sempre stati produttivi, c’è lavoro qui..
MICHELE BUONO
Quanto guadagna?
TOM GOLAN - CENTRAL CONTAINER EMPLOYEE 
Circa 4000 $ al mese. Un paio di volte ho detto al mio datore: “mi sono potuto comprare due case, 4 macchine, una barca e tutto perché ho lavorato qui”. 
CHARLOTTE JOHNSON  PRES. OTTO BREMER FOUNDATION
In questo modo la banca registra dei profitti che paga in dividendi alla fondazione Otto 
Bremer che a sua volta rigira sulla comunità.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Per organizzare mense e ambulatori per chi non è coperto dalla assistenza sanitaria e 
per i giovani l’associazione Youthlink.
HEATER HUSEBY -  DIRETTORE YOUTHLINK
La Bremer ci crede veramente che sia possibile cambiare la vita dei giovani meno 
fortunati. Non è una questione di beneficienza, ma  di toglierli dalle strade e farli 
entrare nella vita produttiva. 
LIZ - YOUTHLINK 
Vivevo per strada con un amico  in un appartamento abbandonato finché un giorno lui 
mi ha detto: “ perché non vai a YouthLinks?” Ci sono andata e adesso adoro stare qui.
MICHELE BUONO
Come è cambiata la tua vita da quando sei qui?
LIZ - YOUTHLINK 
Completamente. Prima non avevo niente. Da quando sono qui, mi hanno aiutato a 
fare l’esame di maturità e a trovare un lavoro. Lavoro in un ristorante messicano e ora 
sono la manager. 
MICHELE BUONO
Come sarebbe oggi la tua vita se non fossi venuta in questo posto?LIZ - YOUTHLINK 
Sarei probabilmente una senzatetto che vive per strada, disposta a tutto per qualche 
soldo,  anche a cose che non vorresti mai fare. 
CHARLOTTE JOHNSON -  PRES. OTTO BREMER FOUNDATION
Il sistema gira. Le persone vivono bene, hanno un reddito migliore e versano più 
denaro nella banca, che passa i dividendi alla fondazione che a sua volta restituisce al 
territorio e alla società.
MICHELE BUONO
Insomma l’economia!
CHARLOTTE JOHNSON -  PRES. OTTO BREMER FOUNDATION
Sì, come speriamo che dovrebbe essere un’ economia sana.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
New York. La protesta è contro i gruppi bancari responsabili della crisi. Siamo il 99 
percento, dicono, e se al rimanente 1 percento della popolazione conviene fare denaro 
con il denaro,  perché dovrebbero continuare a lavorare e produrre?
Protestano anche i lavoratori dell’industria tessile. Negli Stati Uniti non c’è più 
produzione.
NOEL BAESLEY – PRESIDENTE WORKERS UNITED
Verso la fine degli anni ’70, erano circa un milione i lavoratori dell’industria tessile negli Stati Uniti. Poi le leggi che  consentivano a queste industrie di operare efficacemente ed in condizioni di lavoro eccellenti, iniziarono a cambiare. L’accelerazione è partita 
con l’amministrazione Clinton e tutti i  trattati ed accordi  che crearono le condizioni 
per spostare la produzione tessile in paesi con bassi salari. Il risultato fu che quasi tutte le aziende si orientarono verso questa possibilità.
MICHELE BUONO
Che cosa ha comportato questa nuova situazione sia sul piano economico che su quello del lavoro?
NOEL BAESLEY – PRESIDENTE WORKERS UNITED
In tutte le città del maggior mercato dell’abbigliamento come Chicago, New York, Baltimora, si passò dall’avere un nonno, una mamma  o una nipote che lavoravano tutti 
insieme nella stessa industria, alla totale eliminazione e perdita di quel tipo di lavoro. 
Negli anni ‘60 Chicago aveva circa 40.000 lavoratori tessili. Oggi ce ne sono solamente 
500. Ecco cosa può accadere in una sola generazione.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Un tempo non molto lontano, questa zona di New York era piena di fabbriche tessili. 
Adesso è sparito tutto.
MICHAEL DI PALMA – IMPRENDITORE 
Mio padre iniziò questa attività 40 anni fa, eravamo nella porta accanto di questo 
palazzo. Cominciò con un piano, l'attività andava bene, si espanse e prese un secondo 
piano, lavoravano circa 200 persone. Durante la metà degli anni ottanta ci siamo 
ritrovati a non avere abbastanza lavoro per i nostri 200 impiegati e abbiamo tagliato 
metà dei posti e ci siamo ritirati solo su questo piano. Adesso ci siamo ridotti in questo 
piccolo loft.MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Finanziarizzazione dell’economia e deindustrializzazione vanno a braccetto. E il 
movimento Occupy Wall Street e Occupy Bank lancia una sfida.
CHARLES HENRY - OCCUPY BANK 
Solo in due mesi, da quando abbiamo iniziato, circa 600mila persone hanno trasferito 
il loro denaro dalle grandi banche alle Credit Unions, le cooperative di credito. 
Parliamo di circa 4 miliardi e 500 milioni di dollari. Successivamente, nel giro di 
qualche mese ancora, la cifra è salita a 46 miliardi circa.  
MICHELE BUONO
Tutta quella gente laggiù, sta depositando nella vostra banca sempre più soldi, lei 
come se lo spiega?
KAM WUNG MCU
Perché non siamo avidi.
CHARLES HENRY - OCCUPY BANK 
In qualunque modo votiamo saranno sempre agevolate le grandi banche. Ci siamo resi 
conto che con i mezzi formali democratici non è possibile fermare il loro monopolio, 
quindi abbiamo fatto, spontaneamente e comprensibilmente l’unica cosa che potevamo fare: togliergli il nostro denaro e trasferirlo altrove.
MICHAEL DI PALMA – IMPRENDITORE 
Il rapporto tra il nostro import-export è schiacciante: importiamo qualsiasi cosa e non 
esportiamo niente, non facciamo nemmeno i nostri vestiti!
LAVORATRICE
Io ho cominciato dall’Italia: a 7 anni m’hanno cominciato a far fare i sopramani sopra i 
vestitini. Invece di andare a giocare ti mettevano a fare i sopramani nei vestitini. Poi a 
18 anni son venuta qui.
LAVORATRICE
C’è un periodo che puoi stare una settimana a casa, due settimane a casa, altri tre 
giorni; cioè: non lavori tutti i giorni, poi il lavoro c’è sempre. Per adesso siamo 2 ma 
siamo 7 ragazze che lavoriamo qua, facciamo a turno, diciamo. E questo ha cambiato 
un poco pure il lavoro. 
MILENA GABANELLI STUDIO
Erano partite dal nostro sud per cercare lavoro a New York. É andata bene per un bel 
po’ e adesso che non ce n’è più per tutti. Il tessile era la seconda industria americana 
e la nostra prima industria. E non è un genere che è passato di moda. La popolazione 
aumenta e tutti hanno bisogno di vestirsi, ma è diventato più conveniente andare a 
produrre da un’altra parte. Se la logica è questa, quando il paese povero crescerà e i 
lavoratori giustamente pretenderanno di farsi le ferie pagate e la malattia, si cercherà 
un altro paese messo peggio e via così. Costruendo un’economia sulla 
delocalizzazione, si fa terra bruciata perché oggi ci sei, domani no, cosa te ne frega di 
quel che lasci per terra? In sostanza: i pezzi non andranno mai a posto finché al 
centro dell’economia  non ci si mette la persona. Torniamo in Argentina. 10 anni fa, il 
default: chiusura delle fabbriche, disoccupazione. Come si sono risollevati?MARIO BARRIOS – PRESIDENTE COOP UST – BUENOS AIRES
Questo isolato l’ abbiamo comprato noi lavoratori per costruire case popolari.  50 sono 
state assegnate a gente del quartiere e 50 ai lavoratori. Quelle rosa sono le altre, per i 
nostri compagni di lavoro, i più giovani che non avevano ancora una casa. Di fronte 
stiamo costruendo un mercato popolare, dove si venderanno prodotti di piccoli 
imprenditori locali.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E dire che solo dieci anni fa questi lavoratori non avevano più il lavoro. L’Argentina 
stava collassando e fabbriche e imprese chiudevano una dopo l’altra. 
MARIO BARRIOS – PRESIDENTE COOP UST – BUENOS AIRES
Ci riunimmo in assemblea per decidere su come affrontare la crisi. Fu allora che ci 
venne in mente l’idea di fare una cooperativa e di recuperarla noi l’azienda. 
C’era chi non aveva terminato le elementari, chi le medie, chi le superiori, e allora tutti 
a studiare, perché dovevamo avere la formazione adeguata e gli studi necessari per 
poter dire possiamo fare qualsiasi tipo di lavoro. Questa e’ stata la prima strategia.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
E raccontata così può sembrare una storia normale di autogestione.Solo che in 
Argentina contemporaneamente migliaia di lavoratori, in ogni parte del paese, 
cominciarono a fare la stessa cosa, senza che nessun sindacato o partito glielo avesse 
detto. IMPA: Impresa Metallurgia e Plastica Argentina.
EDUARDO MURUA – IMPA – BUENOS AIRES
Era il 1997. Il piano delle proprietà era di licenziare tutti i lavoratori, fallire e 
delocalizzare i settori più redditizi. 
A maggio del ‘98 occupammo la fabbrica e riprendemmo la produzione.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Hotel Bauen, nel centro di Buenos Aires. L’hotel dei mondiali di calcio.
DIEGO DUARTE - HOTEL BAUEN – BUENOS AIRES 
E’ stato nel 2003, il 21 Marzo. Occupammo l’immobile solo con la forza di noi 
lavoratori e dopo 6 mesi riprendemmo a lavorare. C’era da risistemare tutto, l’Hotel 
era in rovina, ma poco per volta siamo riusciti a recuperare tutto. 
Nel 2003 -  all’inizio -  eravamo solo in 20. Oggi siamo 163
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Oggi le imprese recuperate dai lavoratori in Argentina sono circa 250 e sostengono 
15.000 famiglie. Ma questa non è una storia che si chiude tra fabbrica, produzione e 
famiglie.
MARIO BARRIOS – PRESIDENTE COOP UST – BUENOS AIRES
Il lavoro lo abbiamo recuperato grazie all’ appoggio di tutta la comunità. Per questo la 
prima cosa che decidemmo fu di investire il 25% dei nostri guadagni nel quartiere, in 
attività e lavori utili alla comunità.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
La Ust in origine lavorava nella trasformazione dei rifiuti solidi di Buenos Aires. Questa 
una volta era la discarica, oggi l’impresa recuperata dai lavoratori, recupera anche il 
territorio e pianta alberi. Gli spazi ci sono e allora si incorporano altre attività per 
creare lavoro. Il laboratorio di falegnameria. Hugo Fernandez si occupa degli 
adolescentiHUGO FERNANDEZ
Il mio compito e’ di insegnargli un mestiere, fargli trovare un lavoro e toglierli dalla 
strada.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
C’è la carrozzeria, il laboratorio di meccanica. Si riattivano fattorie.
SILVA FAUSTINO – CENTRO DE PRODUCCION AGROECOLOGICO
Questo è un banco di semi autoctono, li scambiamo con altre province, ma anche con 
Perù e Bolivia. Qui lavoriamo contro la logica delle multinazionali che incentivano la 
produzione e la vendita degli agrochimici e di semi transgenici. 
Qui è tutto organico! 
MARIO BARRIOS – PRESIDENTE COOP UST – BUENOS AIRES
Distribuiamo un salario mensile di circa 4500/5000 pesos. Il salario minimo stabilito 
dal governo e’ di 1370 pesos. É come se pagassimo più di tre salari minimi al mese e 
una tredicesima completa, perché legalmente spetterebbe solo mezzo salario a 
giugno. Noi invece paghiamo 14 stipendi interi all’anno.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
I lavoratori si tassano e mettono su un centro per il quartiere. C’è la polisportiva, la 
biblioteca, la scuola serale; si distribuiscono pasti e si dà una mano anche a lui solo al 
mondo con il suo bambino.
LAURA SMIRIGLIA - INSEGNANTE
Molti di questi ragazzi provengono da una situazione familiare difficile ed alcuni sono a 
rischio. Noi gli mostriamo altri valori e gli diamo una possibilità di scegliere.  
MARIO BARRIOS – PRESIDENTE COOP UST – BUENOS AIRES
Il capitalismo finanziario in epoca di crisi abbandona il mercato, noi in epoca di crisi 
moltiplichiamo il lavoro. Dicevano che l’impresa non era redditizia, ma per noi era in 
gioco il nostro unico capitale: il lavoro. 
FRANCESCO VIGLIAROLO – SOCIOLOGO UNIV. CATTOLICA DE LA PLATA SAN 
MARTIN BUONOS AIRES
Nei pezzi recuperati, ripropongono nell’economia valori, principi, codici di condotta che 
fanno parte del loro bagaglio culturale. L’obiettivo è massimizzare il benessere sociale 
e poi, il profitto, è uno strumento necessario, ma  non un fine. Ecco il cambio di 
paradigma fondamentale: al centro c’è l’identità umana.
EDUARDO MURUA –IMPA – BUENOS AIRES
Le sedie le abbiamo fatte tutti insieme: abbiamo comprato il legno e ognuno ha fa 
fatto la propria. Stiamo realizzando il nostro sogno: creare l’Università dei Lavoratori. 
Quest’anno cominciamo con il “profesorado” – scuola di specializzazione per diventare 
docente - e la facoltà di economia sociale.  Il pomeriggio funzionerà il liceo e la sera 
l’università. Adesso stiamo costruendo i bagni, che prima non c’erano.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Certo ne sono successe di cose in Argentina: la dittatura, la repressione, la 
speculazione finanziaria e la crisi, gli aggiustamenti strutturali del Fondo Monetario 
Internazionale, la popolazione che caccia un presidente e Nestor Kirchner che arriva 
nel 2003 e  prende di petto Bush: no al trattato di libero scambio che avrebbe schiacciato le economie più deboli e ristrutturazione e saldo del debito con il Fondo 
Monetario Internazionale. Fine degli aggiustamenti strutturali e dell’austerità.
ERIQUE DEIBE - SOTTOSEGRETARIO MINISTERO LAVORO ARGENTINA
Abbiamo proposto un modello di crescita e di sviluppo economico che stimola il 
mercato interno con l’obiettivo di migliorare la distribuzione della ricchezza, di 
rompere con le ricette neoliberiste di “tagli” che  portavano solo ad una recessione 
sempre più profonda. Queste misure, in meno di 5 anni, sono riuscite a ridurre il tasso 
di disoccupazione dal 25 % a meno del 10. Questo è stato il grande cambio che si e’ 
verificato  in Argentina.
MARCELO DUARTE - HOTEL BAUEN – BUENOS AIRES
Erano in tanti a giudicare questa nostra esperienza “un temporale estivo”.  Funzionari 
di governo, politici, dicevano: questi “negros” – in modo dispregiativo – molleranno 
presto. Ma non è andata così. Il 21 marzo l’hotel Bauen ha compiuto 9 anni come 
impresa recuperata.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
Nell’Impresa Metallurgica e Plastica, c’è anche un teatro, dedicato a Nora Cortinas, 
considerata la madre di una generazione che ha dato la vita per un paese migliore. 
MICHELE BUONO
Nora, è tuo figlio che hanno fatto sparire?
NORA CORTINAS – MADRI E NONNE PLAZA DE MAYO
Adesso ti racconto per quale motivo hanno fatto sparire i nostri figli: li hanno fatti 
sparire perché lottavano contro il neoliberismo, dove i ricchi sono sempre più ricchi e i 
poveri sempre più poveri. Volevano un mondo dove ci fosse un lavoro degno e giusto 
per tutti. Dagli Stati Uniti partì un piano per neutralizzare i paesi del continente 
latinoamericano che si stavano opponendo al modello neoliberista. E iniziò la 
repressione criminale della sparizione forzata di persone: i desaparecidos.
Si sono portati via più di 30.000 giovani, uomini e donne. 
Mio figlio era impiegato, prima aveva fatto l’operaio. Aveva studiato scienze 
economiche e amministrazione di impresa. Voleva un paese giusto per tutti, uomini e 
donne.
MICHELE BUONO FUORI CAMPO
I militari arrestarono anche lui, Adolfo Perez Esquivel. Artista e Premio Nobel. Si salvò 
perché non conveniva farlo sparire. Era troppo noto. Ha continuato a lottare per il 
resto della vita. 
ADOLFO PEREZ ESQUIVEL - PREMIO NOBEL PER LA PACE
La questione dei diritti umani non si può circoscrivere unicamente alla denuncia delle 
repressioni. É la disoccupazione che compromette il rispetto dei diritti umani. Si può 
uscire dalla crisi. Perché c’è questa angoscia nel dire “non ci sono soluzioni possibili” e 
“che l’unica realtà è questa o c’è il baratro”? Tutto ciò non porta a niente. Cambiamo 
la forma del pensiero, perché questo sistema è imploso e non garantisce una vita 
degna e giusta. 
MILENA GABANELLI STUDIO
Se l’Argentina ha rialzato la testa non è solo per le fabbriche recuperate. Ma è anche e 
soprattutto scattata nella popolazione una consapevolezza che ha portato all’elezione 
di presidenti in grado di ricreare le condizioni di lavoro. Queste 250 imprese si sono riaperte in modo spontaneo, senza bisogno di seguire nessun sindacato, o partito. E 
non è l’autogestione che conosciamo anche noi: quella che nasce e muore dentro al 
perimetro di un’azienda. Quella coinvolge tutta  la comunità che gli sta intorno. Certo, 
noi abbiamo mostrato delle luci e sicuramente ci saranno anche delle ombre, ma 
puntando sulla ricostruzione del mercato interno, lo Stato, in qualche modo, diventa 
regolatore della cosa pubblica. E la disoccupazione è passata dal 25% al 10 e 
l’inflazione è rientrata. 

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