sabato 28 aprile 2012

DICE L'ESPRESSO: ANCHE TOSI HA IL SUO CERCHIO MAGICO -parte2

Il  giornalista dell'espresso Paolo Biondani conduce una inchiesta sui possibili legami tra il sindaco Tosi e la La Mazzi Costruzioni
Quando “l’Espresso” gli ha fatto notare che proprio l’impresa Mazzi ha finanziato la sua precedente campagna elettorale, Tosi ha sorriso: “Ha versato solo diecimila euro, tutti dichiarati. È ridicolo pensare che una cifra del genere possa condizionare il Comune. Il traforo sarà il simbolo della mia amministrazione”.
Ma chi controlla le società che si preparano a festeggiare l’affarone? La Mazzi Costruzioni è il motore di un gruppo con decine di aziende, che porta il nome di una famiglia di imprenditori veronesi a cui Tosi è legato anche da frequentazioni private, mai rinnegate. Il problema è che in cima alla piramide c’è una capogruppo anonima, chiamata Adige Docks: tutte le azioni sono intestate alle fiduciarie Sirefid di Milano (99,54 per cento) e Ifi di Verona (0,64).

Le fiduciarie sono paraventi legali che servono solo a non far sapere chi sono i veri proprietari. E la Technital, l’altro colosso nel cuore di Tosi, a chi appartiene? Anche qui, mistero. L’intero capitale è intestato alle fiduciarie romane Finnat (20 per cento) e Simon (80). In attesa di scoprire se l’autostrada di Tosi sarà un capolavoro o un disastro ambientale, insomma, a Verona una cosa è certa: l’affare del secolo è in mano a una specie di Anonima Trafori.
Nel club di imprenditori che tifano Tosi non mancano sorprese ancora più imbarazzanti. Il sindaco di Verona è da sempre legatissimo all’Hellas, la squadra di calcio del mitico scudetto del 1985. L’attuale patron, Giovanni Martinelli, progetta di costruire un nuovo stadio con l’appoggio di Tosi e del suo braccio destro, l’assessore all’Urbanistica Vito Giacino.
Consulente dell’affare è un mediatore della Valpolicella, Francesco Monastero della Expandia srl, che ha lavorato molto per il gruppo Brendolan (supermercati Famila), soci dei Mazzi in un altro progetto urbanistico da 300 mila metri cubi già varato dalla giunta Tosi. Il nuovo stadio, con annessi negozi e ristoranti, dovrebbe sorgere su un’area industriale vincolata dal consorzio pubblico Zai, presieduto fino a pochi mesi dall’ex leghista Flavio Zuliani, che a “l’Espresso” dichiara: “Monastero venne a propormi il nuovo stadio nel gennaio 2011.
Quando gli dissi che lì non si poteva fare, perché l’area era vincolata, si meravigliò molto: mi disse che aveva già l’appoggio di Tosi e Giacino”. Ora proprio Monastero è indagato per corruzione dalla procura di Milano, che lo ha intercettato nell’ottobre 2011 mentre concordava, secondo l’accusa, una tangente da 800 mila euro destinata alla Lega: presunto beneficiario, Davide Boni, ex presidente del consiglio regionale.
Tratto dal settimanale L'Espresso n° 18 - domani la TERZA parte

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