venerdì 27 aprile 2012

DICE L'ESPRESSO: ANCHE TOSI HA IL SUO CERCHIO MAGICO - parte1

Il  giornalista dell'espresso Paolo Biondani conduce una inchiesta sui possibili legami tra il sindaco Tosi e una  una cordata d’imprese capeggiata dal colosso Technital.
C’è il finanziatore dei furbetti romani che ha sempre votato Dc o Berlusconi e ora si scopre super-leghista per caso. C’è il facilitatore di centri commerciali e nuovi stadi, sfortunatamente indagato a Milano per una robusta tangente al partito lumbard. Ci sono tante aziende e aziendine che sognano un nuovo quinquennio di appalti e speculazioni urbanistiche. Ma sopra a tutti ci sono loro, i cavalieri mascherati delle grandi opere: colossi nazionali delle costruzioni lanciati alla conquista di affari miliardari, come la nuova autostrada cittadina, ma riparati dietro un incredibile anonimato legale.
Sono tanti gli imprenditori che fanno il tifo per la rielezione di Flavio Tosi. Ma dei più fortunati, gli elettori non conoscono neppure i nomi. Il voto a Verona è un test nazionale. Gli ultimi sondaggi assegnano al sindaco uscente una trionfale vittoria al primo turno, come cinque anni fa. Da allora Tosi ha imparato i segreti della politica. Esplosa la crisi, è stato tra i primi a prendere le distanze dal governo Berlusconi.

Quindi ha rotto con il “cerchio magico” di Bossi, forte dell’appoggio di Roberto Maroni. E con la sua popolarità ha spaccato il Pdl rivale, fermo sotto il 30 per cento. In una città da sempre di destra, dove il centrosinistra ha vinto una sola volta per debolezze altrui, Tosi ha cementato un patto con i potentati bancari ex dc, grazie ai fedelissimi avvocati Giovanni Maccagnani ed Enrico Toffali.
E ora, archiviati i comizi anti-immigrati, bombarda radio e tv locali con spot sulle grandi opere: “Traforo autostradale, urbanistica: costruiamo insieme la Verona del futuro”. Ma chi sono i big degli affari che sperano nel Tosi-bis?
Le tracce più vistose portano al maxi-traforo. Una nuova autostrada di città, appaltata a una cordata d’imprese capeggiata dal colosso Technital. L’altro socio forte è la veronese Mazzi Costruzioni, alleata con big locali come Soveco e Parolini spa. Il sistema del project financing fa della nuova autostrada un business finanziario da oltre 800 milioni: in pratica i privati anticipano i soldi, coperti da prestiti bancari, che si ripagano ampiamente con 45 anni di pedaggi. Le polemiche finora si sono concentrate sui danni ambientali e sul no di Tosi a un referendum popolare.
Tratto dal settimanale L'Espresso n° 18 - domani la seconda parte

Nessun commento:

Posta un commento