venerdì 11 maggio 2012

ELUSIONE FISCALE

Dal Blog SOCIALINNOVATION gestito dall'amico Alessandro Lanteri riprendo questo post che tratta di due temi all'ordine del giorno collegandoli, inoltre, tra loro"Da tempo non sentiamo parlare di - elusione fiscale -  e - partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese - (come già in atto in Germania)I due temi sono correlati perchè i lavoratori in consiglio di amministrazione possono effettuare un controllo su operazioni finanziarie e fiscali poco chiare soprattutto negli enti partecipati dal pubblico."

Chi conosce la politica sa bene che l’antipolitica nasce dalla disperazione dei cittadini verso politici corrotti. E' necessario quindi smettere le continue ed inutili polemiche ed attivare un vero ricambio politico continuo. La politica deve essere un servizio e quindi deve durare poco altrimenti ci si innamora della poltrona. Il caso Grecia è molto vicino a quello che l'Italia poteva essere prima del governo Monti.
Gli armatori Greci o i grandi industriali greci hanno portato i loro capitali da sempre nei paradisi fiscali e questo crea un fenomeno negativo:
- Il paese sembra povero (perché i  prodotti del paese vengono esportati sottofatturati)
- I capitali si concentrano nei paradisi fiscali
- La speculazione internazionale fatta con i capitali dei paradisi fiscali guadagna pilotando le oscillazioni dei cambi verso il basso
L’Italia con il governo Berlusconi era arrivata vicina alla Grecia perché:
- I finanzieri avevano l’ordine di non disturbare
- Le grandi commesse verso l’estero venivano sottofatturate e i capitali accumulati a Santa Lucia (paradiso fiscale preferito dai nostri esportatori)
Miracolosamente l’incalzante crisi ha spinto il capo dello Stato a forzare verso un cambio di stile di governo ed è arrivato Monti che pur essendo appoggiato dai soliti partiti sta procedendo a vista con:
- Ordine ai finanzieri di uscire in piazza (in questa crisi incalzante i fatturati a Cortina e in altre importanti piazze sono quadruplicati – quasi un miracolo)
- Cerca di tassare i fabbricati (soprattutto quelli degli speculatori anche se la legge sull’IMU che ha dato questa possibilità impedisce ai comuni di operare liberi da vincoli (la legge, fatta dai soliti partiti,  vieta !!!! di aumentare l’IMU sulla terza casa per  azzerare l’IMU sulla prima casa) 
- Definire l’accordo con i paradisi fiscali per la tassazione dei capitali esportati
- Ma soprattutto si propone di operare contro l’abuso del diritto (impedisce alle imprese di impoverire il paese attraverso l’elusione fiscale) 
Se quanto fin qui esposto è chiaro capiamo da dove nasce l’antipolitica ….   dal lasciare il governo in mano a una politica che protegge gli speculatori e tassa i lavoratori in modo crescente.
L’elusione fiscale sottrae all’IVA  (21% del fatturato) importi enormi.
Approfondiamo ora il tema dell’elusione:
Le imprese e l’abuso del diritto 
La necessità di un recupero della certezza delle norme fiscali e dell’affidamento del contribuente è stata resa ancor più evidente, negli ultimi anni, dall’introduzione, per via giurisprudenziale, del concetto di divieto di “abuso del diritto” nel sistema tributario. 
Il divieto di abuso del diritto, nella sua accezione generale, investe le operazioni prive di adeguato spessore economico e realizzate principalmente per ottenere risparmi d’imposta attraverso l’impiego distorto di schemi giuridici. Il concetto di abuso del diritto ha vaste potenzialità applicative, non esistendo alcuna norma nel sistema italiano che ne delimiti la portata. 
Il principio dell’abuso del diritto trae origine dall’ordinamento comunitario, in cui ha ricevuto le prime applicazioni da parte della Corte di Giustizia, limitate però al comparto dei tributi armonizzati (IVA e dazi doganali). Secondo l’indirizzo espresso dalla Corte di Cassazione dalla fine del 2008, esso trova fondamento, nel nostro sistema tributario, sui principi sanciti dall’art. 53 della Costituzione (capacità contributiva e progressività dell’imposizione). Nella giurisprudenza, le operazioni realizzate in abuso del diritto, pur non essendo in contrasto con alcuna norma specifica, restano fiscalmente prive di effetti in quanto non generano un carico fiscale adeguato alla sostanza economica espressa dall’operazione. 
Il tema dell’abuso del diritto è stato affrontato anche in altri paesi (ad esempio, Francia e Germania), dove si è intervenuti legislativamente, con modifiche a norme antielusive già esistenti, di cui si è ampliata la portata. 
Il sistema italiano appare ancora distante dalle esperienze maturate in altri ordinamenti. L’assenza di una normativa in materia di abuso del diritto genera incertezza per le imprese italiane, soprattutto per le operazioni più complesse. 
Il tema dell’abuso è già oggi oggetto di lavori parlamentari; tre proposte di legge, finalizzate ad estendere la portata  applicativa dell’attuale disposizione antielusiva prevista per le imposte dirette (art. 37-bis del DPR 600/1973) e a regolare i rapporti tra Amministrazione e contribuenti, sono attualmente in discussione. (speriamo che procedano veloci)

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